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Trova lo st***zo! The IBM Way!

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Oggi leggevo un brevissimo articolo, che però ci tengo a condividere con i miei (pochi[ssimi]) lettori. Forse lo condivido solo per me stesso perché ho una pessima memoria selettiva, che però seleziona un po’ come gli pare.

Il titolo originale è “The Asshole Test”, il mio è un po’ più colorito, ma non più di tanto.

Un dipendente IBM ha voluto condividere questo articolo col mondo in cui racconta il test che gli è stato somministrato in fase di assunzione anni addietro.

Il test consiste nel seguente schema.

Un gruppo di circa 8 persone viene portato in una stanza e gli viene chiesto di risolvere un puzzle insieme.

A ogni partecipante vengono fornite delle informazioni, nella stanza c’è una lavagna bianca e un timer che conta alla rovescia 60 minuti.

Nella sua esperienza, John (pseudonimo inventato per poter esprimere liberamente le proprie opinioni senza che queste siano legate al suo datore di lavoro) racconta che inizialmente c’è stato silenzio, poi qualcuno ha iniziato a prendere la parola per tentare di raccogliere le informazioni di tutti per cercare di metterle a fattor comune.

Qualcuno “conquista” la lavagna e prende un pennarello, attendendo qualcosa da scrivere, autoproclamandosi leader. Le informazioni però sono confuse, quindi c’è poco da scrivere.

Questa scena di autoproclamazione si ripete quando qualcun altro interrompe un collega che stava tentando di leggere ad alta voce le informazioni in suo possesso per condividerle con il gruppo.

Alla fine l’ora finisce e e il puzzle non è stato risolto, neanche lontanamente.

Confusi e spompati escono tutti dalla stanza per passare al prossimo test.

Alla fine del giorno il gruppo è diviso in due stanze e il nostro Johnny, come potrete immaginare, è nel gruppo di “quelli bravi”, quelli che sono passati.

Sei mesi dopo affianca un collega che sta gestendo il medesimo test per un altro gruppo di candidati. La domanda più ovvia per John è sapere se c’è mai stato qualcuno che ha risolto il puzzle.

La risposta è spiazzante: “Oh, non è quello lo scopo, questo è un test antistzi. Ti permette di vedere chi fa lo stzo sotto pressione, e quelli non passano al round successivo.

Conclusioni

Devo dire che un po’ ha spiazzato anche me, però il titolo era abbastanza esplicativo per permettermi di capire a grandi linee dove voleva arrivare, del resto l’articolo si legge in neanche un minuto, quindi forse ci sto anche ragionando troppo :P

A me un test del genere sarebbe veramente piaciuto implementarlo nella mia azienda, e penso che io l’avrei passato, ma ci vorrebbe un grosso lavoro di introspezione per esserne sicuri o altrimenti bisognerebbe… fare il test!

Voi che ne pensate? Passereste il test?